lunedì 16 gennaio 2012

Resoconto della riunione del 10/1/2012


Buona giornata a tutti,
Intanto lasciatemi ringraziare di cuore ed a nome di tutti i membri de La Sveglia Alberto Provenzano, Stefania Varvaro e Claudio Tamagnini per essersi presa la briga di preparare delle presentazioni per la nostra ultima riunione e, soprattutto, per avere fatto delle presentazioni interessantissime e piene di spunti.
Vi prego di trovare a seguire il resoconto della riunione de La Sveglia di martedì 10 gennaio 2012.
— Nella presentazione sulle necessità burocratiche relative all’iscrizione alle elezioni comunali di Alcamo di una lista civica, Alberto Provenzano (che ovviamente esorto a correggere qualunque mio errore) ha chiarito che
1.              Le elezioni sono indette attraverso un decreto di fissazione della data di svolgimento delle elezioni e di convocazione dei comizi elettoralidiramato dall’Assessorato Regionale degli Enti Locali. Su mia richiesta specifica fatta il giorno dopo la riunione via email, Alberto ha chiarito che quest’annuncio avviene 55 (cinquantacinque) giorni prima della data assegnata per le elezioni e che il decreto di fissazione è pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana. Tutti gli organi di stampa riporteranno la notizia, sia TV, sia Giornali, e sarà possibile, se si renderà necessario consultare la G.U. sul sito mediatico della  Regione Siciliana.www.gurs.regione.sicilia.it/
2.              Qualunque cittadino italiano può candidarsi al consiglio comunale, purché, fra le altre cose, non sia pregiudicato per fatti gravi come associazione mafiosa, spaccio di stupefacenti, peculato, malversazione, ecc.
3.              Per i centri con popolazione superiore a 30.000 abitanti (ivi compreso Alcamo) il numero di consiglieri comunali è 30 (trenta).
4.              Qualunque associazione che intenda presentarsi alle elezioni comunali deve presentare: un minimo di 20 ed un massimo di 30 candidati al consiglio; deve indicare un candidato sindaco, che sia un membro dell’associazione o meno o che sia indicato da una o più associazioni e/o partiti; deve presentare un programma amministrativo; e deve depositare un contrassegno (simbolo) che contraddistingua la lista.
5.              Qualunque associazione che non sia un partito con rappresentanti già presenti in altri organi politici od amministrativi e che intende presentarsi con una propria lista di candidati alle elezioni comunali deve presentare la propria istanza corredata – per centri con popolazione superiore a 40.000 abitanti — da un minimo di 400 ed un massimo di 1.500 firme di sostenitori che siano residenti del comune in cui avverranno le elezioni (Alcamo nel nostro caso, ovviamente). I moduli per la raccolta di queste firme sono forniti dal comune, le firme dei cittadini possono essere autenticate dal segretario comunale, dal cancelliere, da un onorevole, o da un consigliere comunale o provinciale. Le firme vengono poi depositate al comune presso il segretario comunale, che le passerà ad altro ufficio perché le firme possano essere confermate valide ovvero invalidate se apposte in maniera non conforme alla legge (per esempio, se un cittadino ‘sponsorizza’ più liste, la sua firme viene invalidata in tutte le liste in cui è stata apposta). Perché la lista possa essere ammessa alle elezioni, ovviamente, le firme dichiarate valide debbono essere almeno 400 (quattrocento).
6.              Le firme a corredo della richiesta di partecipazione alle elezioni debbono essere raccolte e consegnate entro quindici giorni dalla data del decreto di fissazione della data di svolgimento delle elezioni e di convocazione dei comizi elettorali.
7.              I candidati consiglieri riconosciuti ineleggibili dopo le elezioni, decadono automaticamente, ma i loro voti vengono comunque conteggiati fra quelli della lista che li aveva candidati.
8.              In una stessa lista (come consigliere o sindaco), non possono essere candidati persone che abbiano un legame reciproco di parentela di primo grado (marito–moglie o genitore–figlio).
9.              Il candidato sindaco è ineleggibile se candidato alla stessa carica anche in un altro comune, se un ministro di culto (ivi incluso un sacerdote cattolico), se ricopre alte cariche militari o di polizia nel comune interessato all’elezione, se è un magistrato che abbia mandato su quel comune o se ricoprire ruoli direttivi (tipo direttore sanitario) nella ASL territoriale che include il comune in oggetto.
10.          Riguardo alle incompatibilità del ruolo di sindaco, il sindaco non può essere un onorevole.
11.          Solo quelle liste che hanno ottenuto almeno il 3% dei voti validi alle elezioni partecipa all’attribuzione dei seggi in consiglio.
12.          I seggi sono assegnati secondo un criterio di tipo proporzionale definito ‘D’Ont’.
13.          Nel nostro sistema elettorale per le amministrazioni comunali c’è la possibilità del cosiddetto voto disgiunto, ossia è possibile votare sindaco e liste di consiglieri comunali in maniera indipendente. Si può votare un candidato sindaco ma votare una lista di candidati al consiglio comunale che non sostiene quel candidato sindaco. Ovvero si può votare per il sindaco ma non votare per alcuna lista, o viceversa.
14.          In un comune delle dimensioni di Alcamo, se un candidato sindaco ottiene il 50% +1 di preferenze personali al primo turno, se le liste che lo sostengono hanno una ‘forza’ complessiva di almeno il 40% (ma inferiore al 60%) e se non c’è alcun raggruppamento avversario che abbia superato il 50% di voti, alla lista od alle liste che candidavano il candidato risultato vincente automaticamente vengono assegnati 18 seggi (60%) del consiglio comunale (il cosiddetto premio di maggioranza). Un sistema simile è in vigore riguardo al caso in cui il vincitore della competizione per sindaco venga deciso al secondo turno (il turno di ballottaggio).
   Riguardo alla presentazione di Stefania (anche tu correggimi se sbaglio naturalmente) quasi tutti i punti coperti dalla sua presentazione sulle necessità delle famiglie, e particolarmente delle donne, con figli piccoli ed un lavoro esterno (oltre a quello casalingo) sono contemplati nel documento allegato. Rispetto a quel documento, Stefania ha aggiunto che al momento entrambi gli asili nido comunali sono chiusi e, nonostante le rassicurazioni che sarebbero stati riaperti entro quindici giorni, lo sono oramai da mesi. Il personale di questi asili, per quel che ne sa lei tuttora pagato, è attualmente ‘posteggiato’ al centro diurno per anziani. Un luogo dove le loro professionalità specifiche al rapporto ed all’interazione con i bambini dai zero a tre anni rischiano di essere anche frustrate e depresse.
Stefania ha anche chiarito che l’orario di chiusura degli asili nido comunali varia dalle 13,00 alle 16,00, orari che sono comunque scomodi per genitori che lavorino a tempo pieno. Un allungamento di tale orario dovrebbe certamente essere preso in considerazione ed esplorato in futuro.
Infine, Stefania ha riportato che, potendo scegliere, piuttosto che ad un asilo privato, preferirebbe poter mandare il proprio figlio all’asilo nido comunale dove, fra l’altro, il rapporto alunni/insegnanti è generalmente più basso.
   La presentazione di Claudio Tamagnini sulle condizioni e sulle necessità del comparto agricolo alcamese (con importanti spunti sulla connessione possibile e desiderabile fra il comparto agricolo e quello turistico) è riassunta in maniera abbastanza fedele nel documento allegato.
   Infine, l’ultimo punto dell’ordine del giorno che siamo arrivati a toccare è stato l’aggiornamento dei membri de La Sveglia. Fra tutti i presenti alla riunione (in ordine alfabetico): Lucio Asta, Nicola (Nicolò) Barresi, Liliana Coppola, Salvatore Fontana, Antonio Ganci, Baldassare Lucchese, Baldo Lucchese, Francesco Paolo Lucchese, Vito Pipitone, Alberto Provenzano, Giuseppe Stabile, Claudio Tamagnini, e Vincenzo Viola si sono confermati o detti membri de La Sveglia a tutti gli effetti. Roberto Miciletto e Stefania Varvaro hanno chiarito che, almeno per il momento, preferiscono continuare a ritenersi dei visitatori interessati al movimento de La Sveglia.

Baldo Lucchese
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Relazione di Stefania Varvaro
  1. Gli spazi e i tempi delle città.
  2. Le relazioni famiglie-servizi

  • Per quanto riguarda il primo punto potremmo dire che manca un attenzione generale nei confronti della famiglia con figli piccoli, in città non ci sono delle vere aree verdi attrezzate. Quelle poche che dovrebbero rappensentare dei parchi giochi pubblici sono dotate di pochi giochi e non sono adeguatamente messe in sicurezza, un discorso a parte va fatto per gli atti di vandalismo.
Quali proposte ? Possiamo sicuramente potenziare i parchi esistenti e prevedere una manutenzione periodica che permetta di avere i giochi sempre in buono stato, nonchè la presenza di un custode che eviti l'uso improprio dei vari giochi presenti nei parchi ( come da parti di ragazzi ). Si potrebbe anche pensare ad uno spazio sprimentale di contatto dei bambini con la terra con la natura, un parco che non sia solo per andare sull'altalena ma anche un campo dove possono per esempio imparare a piantare bulbi o apprendere qualcosa sulle coltivazione locali.
Rispetto agli spazie per il tempo libero bisognerebbe dotare la città di un museo ( sul sito è stato fatta la proposta di utilizzare il castello per progetti didattici) ludoteche comunali e incentivare l'uso della bibblioteca tenendo aperti questi spazi il fine settimana e strutturalli in modo fruibile per i bambini attaraverso percorsi interattivi rispettosi dei linguaggi e dei bisogni dei bambini.

  • Punto 2 : L'aiuto primario necessario alle famigli con figli piccoli consiste nella cura dei bambini mentre entrambi lavorano e sono impegnati fuori casa. L'asilo nido e i serivizi per la prima infanzia sono i servizi più utilizzati e più richiesti. Gli asili nido comunali sono pochi, ci sono quelli privati ma non si sa mai che competenze abbiano;

Proposte: per esempio servizi di babysitteraggio per eventuali imprevisti, tipo febbre, vi ricordo che dopo i tre anni non sono previsti permessi per malattia, e in ogni caso una mamma che lavora nel privato ha serie difficoltà ad assentarsi dal lavoro.

Questi servizi vanno comunque migliorati, infatti non è possibile che il servizio di asilo nido venga sospeso per lunghi periodi nei periodi di Natale, Pasqua e nei periodi estivi, infatti moltissime mamme continuano a lavorare e non si capisce come mai il servizio venga sospeso creando enormi disagi alla famiglia, considerando pure che i dipendenti sono comunali e dovrebbero essere equiparati ai colleghi presenti in altri ambiti lavorativi.
Ad onor del vero un tentativo di far continuare il servizio per il mese di luglio c'era stato da parte del comune e nonostante l'enorme adesione iniziale poi poche mamme poi hanno mandato i bambini, io sono stata una di quelle ma vi posso assicurare che dopo la prima adesione nessuno mi ha più comunicato niente e per puro caso sono venuta a sapere che il servizione estivo partiva.

Per l'estate si potrebbe anche pensare di utilizzare lo spazio in contrada magazzinazzi per organizzare delle attività all'aria aperta, addirittura con la possibilità di fare il bagno, considerate che l'unica realtà che in estate si occupa dei bambini è il Grest ma solo il pomeriggio, ma per chi la mattina deve andare a lavorare diventa difficile lasciare i bambini. Se i luoghi dotati di verde pubblico si potenziassero potrebbero essere attivati dei progetti di laboratori e attività ludiche.

Lasciare i bambini a scuola primaria diventa fonte di stress oltre che causa di traffico si potrebbero organizzare i Piedibus ovvero degli autobus guidati da alcuni adulti che conducono a piedi i bambini a scuola e poi li riportano a casa.
Funzionano come dei veri autobuso con orari e fermate e permettono di rendere più semplice la vita di una mamma lavoratrice che può evitare di infilarsi nel traffico e rischiare di arrivare in ritardo.

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RELAZIONE DI CLAUDIO TAMAGNINI

AGRICOLTURA AD ALCAMO

Alcamo è un paese agricolo. Anche le aziende artigiane ruotano in gran parte sul settore agricolo.
Lo stesso vale per gli autotrasportatori.
Un’amministrazione non può ignorare questo, o illudersi di uno sviluppo cittadino che non abbia al centro l’agricoltura.
Abbiamo ad Alcamo capacità produttive di grande livello; non è un caso che alcamesi hanno impiantato e innestato vigneti in tanti posti in Italia.
Ma non è paragonabile alla capacità produttiva la conoscenza dei mercati e la capacità di vendita; l’agricoltore locale ha sempre lasciato in mano ai sensali la vendita di quanto prodotto. Ma almeno i sensali erano pure loro alcamesi, poi invece tutto è andato in mano a commercianti esterni. Ora nemmeno più quello: quando va male, c’è solo: “è il mercato”.
Gli agricoltori alcamesi sono tendenzialmente produttori da monocultura: vignaioli che fanno solo uva, “nuvarari” che fanno solo meloni. I due gruppi sono distinti!
Il comune, sulla scia di tanti comuni in Italia, e dopo il buon risultato in comuni come Castelvetrano, ha lanciato il “mercato contadino” del venerdì mattina. Buona opportunità di vendita diretta, ma gran parte dei produttori che vendono qui sono aziende di fuori paese; se non erro gli alcamesi sono solo tre!
La mancanza di ritorno economico nella vendita dl prodotto agricolo, fa sì che il produttore sia disfiziato! E’ normale sentir dire come giustificazione al proprio disamore: “per quello che mi danno!”.
Il risultato è veramente penoso: i terreni durante l’inverno anziché essere un’allegria di fiori sono una visione spettrale. Diserbo in quantità (costa un poco meno che fare zappare), carenza di concimazione organica, assenza di insetti utili, frane aumentate. Se un ipotetico acquirente di bianco Alcamo facesse un giro per le campagne, gli passerebbe la voglia di comprare!
E appunto la cosa da promuovere è l’uso della campagna come risorsa turistica: se ogni viddano si convincesse che affittare “u magaseno” per l’estate renderebbe più che 5 ettari di vigna, la diversificazione colturale, per autoconsumo e vendita diretta, la cura del territorio, diventerebbero un obbligo. Tocca all’amministrazione premere per questo.
Per fortuna sta crescendo la coltivazione biologica; molto in ritardo, ma dovrebbe portare ad un miglioramento ambientale, purchè riesca a far aumentare il prezzo di vendita del prodotto; se rimane una caccia al contributo europeo, durerà poco e rischia di fare ricadere nell’incuria.
Eventuale spinta alla creazione di consorzi: più che consorzi per la vendita, sarebbe importante che l’amministrazione comunale si spendesse per marchi di qualità. I consorzi per la vendita sono spesso autopremianti e strutture che si mangiano il piccolo margine in più che si potrebbe avere sul prezzo del prodotto. Dei marchi di zona (intercomunali o provinciali) darebbero visibilità ai prodotti. L’idea di qualche anno fa “le vie del vino”, non ha prodotto niente, ma credo che non si è insistito abbastanza si dovrebbero riprendere iniziative simili e svilupparle.
Molto rilevante sarebbe la vendita diretta, come quella ai Gruppi di Acquisto, ma appunto le abitudini dell’agricoltore alcamese, sono per ora troppo in contraddizione con questa possibilità. Vedremo se una evoluzione sarà possibile.


n.b. in data 07/07/2003, il consiglio comunale ha passato una delibera anti OGM


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RELAZIONE DI GIOVANNI ALESI

Alcamo
Comparto Agricoltura
Idee , spunti e proposte

P r e m es s a
Condivido l'analisi di Tamagnini . Claudio , anni fa , mi fece una considerazione primaria sui motivi della crisi del comparto agricolo , eccola “ Se i figli degli agricoltori alcamesi che potevano innovare le aziende agricole di famiglia, hanno preferito studiare scegliendo la via delle professioni, dell'impiego.......ecc..... ritenendo così di migliorare la loro posizione sociale , economico, culturale, ora non si possono lamentare se le aziende ereditate dai genitori vanno male “ - Considerazione di una ovvietà disarmante, ma a cui nessun alcamese proprietario di terreni fa mai cenno. Quasi una rimozione collettiva. Si indicano molte cause : la gestione politica del comparto, la disordinata amministrazione delle cantine sociali , ...ecc.....

Nell'agricoltura alcamese prevalgono le monocolture, è verissimo. Intanto bisogna dire che oramai la monocoltura è acquisita in tanti parti d' Italia e del mondo . E in fin dei conti costituisce un metodo di specializzazione : viticultura , agrumicultura, olivicultura, maiscultura.....Non vedo ciò come causa del sottosviluppo agricolo locale. Si pensi alla zona del Vino Bordeaux, Chianti, Arance Spagnole ,.....ecc....

I de e e
  1. L'idea di Claudio di trasformare i “ macaseni o magaseni “ in abitazione da affittare o in agriturismi da gestire è ottima.
Trova però alcuni ostacoli :
a) quasi sempre i macaseni , sono magazzini fatiscenti per la cui ristrutturazione occorrono risorse considerevoli che gli agricoltori non possono permettersi. I pochi finanziamenti PROUSST scelti dal Sindaco Massimo Ferratra negli anni 90 andarono, come al solito ad amici del sindaco : al Casale Fastuchera dei Dara ( e mi pare che non abbia prodotto niente se non una comoda residenza estiva per i proprietari) e il Baglio Pocoroba a Segesta di Pizzitola ( funziona, ma non rende molto , i proprietari attuali vogliono vendere baracca e burattini )
b) nella quasi totalità il giovane agricoltore , ormai abituato a vivere in paese, non vuole più abitare in campagna ;
c) gli agriturismi affaticano molto, e rendono per sopravvivere
d) le strade comunali o provinciali per accedere ai fabbricati sono spesso in condizioni disastrose
e) totale mancanza di sicurezza per attrezzature e qualsiasi bene all’interno dei fabbricati rurali , a meno di una presenza 24 ora su 24 per 365 giorni .

NON HO CAPITO BENE LE PROPOSTE CHE CLAUDIO VORREBBE SI ATTUASSERO PER SUPERARE GLI OSTACOLI CHE CI SONO CHE LUI STESSO INDICA E IO CONDIVIDO

Da parte mia faccio le seguenti proposte.
P r o p o s t e o p e r a t i v e
a) Istituire Ufficio comunali che si occupi di guidare gli agricoltori a reperire fondi statali, europei,anche comunali ,( se non ci sono si costituisce fondo ad hoc), a reperire risorse per riadattare i “ macaseni “
b) Sistemazione delle strade comunali di accesso ai fondi agricoli
c) inserire gli agricoltori che si impegnano ad abitare nelle loro aziende agricole nella categoria dei lavoratori socialmente utili , in quanto presidio e cura del territorio e assegnare gli stessi fondi che si assegnano a quelli che lavorano ( si fa per dire) al Comune e che proprio utili non sono .
d) istituire il corpo dei vigili rurali per la sicurezza nelle campagne.

Daccordo su Consorzi che si mangiano l’utile. Meglio le piccole cooperative autogestite

Marchio di Zona - In fondo il Bianco Alcamo è simile a un marchio di zona ,ma i fondi destinati a Strada del Vino , Convegni sul Bianco Alcamo , Enoteca , costosi quanto inutili cartelli pubblicitari nel circondario , sono serviti a finanziare qualche associazione amica che ha curato tali iniziative.
Occorre cambiare totalmente approccio a tale tipo di iniziative.

La coltivazione biologica del Vino , se il vino viene conferito alle Cantine , come nel 95% dei casi serve a niente. Bisogna imbottigliarlo. Produrre vino di qualità non è difficile con bravi enologici, imbottigliarlo nemmeno, per creare la rete commerciale occorrono risorse finanziarie cospicue e decenni di tempo . Vedi Fazio , Firriato o altri ancora.

Per la coltivazione biologica del Melone è più semplice. Quel che occorre sempre è la rete commerciale. Esiste già ad Alcamo un ditta che produce e commercializza in Italia il mellone bianco e fa pure la marmellata . Tali iniziative vanno incoraggiate dal Comune in tutti i modi possibili.

GRUPPI DI ACQUISTO - E’ vero che le abitudini dell’agricoltore sono in contraddizione con il metodo di operare da parte dei gruppi di acquisto. Non sarei però così pessimista . La ditta Pirrone che commercializza i meloni in Italia, già opera in tal senso.
Si potrebbe fare un tentativo con diversi olivicultori alcamesi che producono, imbottigliano e commercializzano olio biologico.
Sicuramente Claudio Tamagnini che ha esperienza in merito potrebbe fornirci indicazioni e proposte su
: a)come potrebbero e dovrebbero organizzarsi i produttori di olio bio ;
b) cosa potrebbe fare il Comune aiutare i produttori a incontrare i gruppi di acquisto interessati all’olio bio . Non so ad esempio finanziare la partecipazione a fiere ,mostre, sagre al Nord Italia dove ci sia la possibilità di incontrare i rappresentati di Gruppi di Acquisto.

Alcamo 12/01/2012
Alesi



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